L’arrivo di rifugiati dal Sud Sudan in Etiopia nell’ultimo anno ha fatto raddoppiare la popolazione della regione di Gambella, al confine con il paese. Alla popolazione locale residente di 420.000 persone, infatti, si sono aggiunti quasi 400.000 rifugiati che vivono in diversi campi.

La regione di Gambella, pur facendosi carico dell’accoglienza di quasi tutti i rifugiati che dal Sud Sudan arrivano in Etiopia, è una delle più svantaggiate del paese, con servizi sanitari che già prima dell’emergenza si trovavano in difficoltà. Per questo, per evitare il peggioramento ulteriore della vita delle persone, è importante intervenire su due fronti: per assistere i rifugiati, ma anche la popolazione che accoglie.

Il campo di Nguenyyiel, in cui operiamo da agosto 2017, è arrivato in questi giorni ad ospitare oltre 82.700 persone, diventando in pochi mesi il più popoloso della regione e più grande persino del capoluogo della regione. Il limite massimo previsto era infatti di 60.000 persone e a luglio ne ospitava già 54.300. Lì abbiamo allestito un centro di salute per assicurare le cure di base ai rifugiati.

Fuori dal campo, interveniamo nell’ospedale regionale di Gambella, dove stiamo costruendo una sala operatoria, e riforniamo e attrezziamo quattro centri di salute, oltre che formare il personale locale, per migliorare la qualità delle cure anche per le persone etiopi e riconoscere e curare la malnutrizione, oltre che le principali malattie infettive e infantili.

 

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