Maria ha due anni e riposa tranquilla, avvolta in un telo a fantasie colorate, in braccio alla madre, poco più che ragazza. Il padre è scomparso subito dopo il concepimento, e su di loro veglia la nonna di Maria, una donna dai capelli corti, lievemente striati di grigio, dai muscoli nervosi, lo sguardo duro ma consapevole.

A gennaio, quando la piccola aveva appena un anno e mezzo, è stata visitata da George, l’operatore comunitario di Medici con l’Africa Cuamm che ha il compito di monitorare lo stato di malnutrizione degli abitanti del villaggio in cui vive la famiglia. L’uomo, dalla stazza imponente e di poche, misurate, parole, ha riscontrato in Maria una malnutrizione di tipo severo e acuto, la più pericolosa, quella che, se non trattata, porta alla morte. Seguendo la procedura, George ha convinto la nonna ad andare con la piccola nel centro di salute più vicino, dove le è stato immediatamente fornito il cibo terapeutico, un alimento ad alto apporto energetico.

Pochi giorni più tardi, però, la donna ha abbandonato la struttura, portando Maria da un guaritore tradizionale. Non voleva sentire ragioni: le sembrava che la bambina non migliorasse, non si fidava dei medici, era sconvolta perché convinta che qualcuno avesse lanciato una maledizione alla nipote. Ci sono volute lunghe discussioni, a tratti anche molto animate, ma la paziente caparbietà di George e le sue ripetute insistenze sono riuscite nello scopo di convincere la donna ad affidare nuovamente la nipote alle cure del centro di salute e dei suoi operatori. Quando le due hanno abbandonato il villaggio dirette alla struttura, la piccola stava così male che i vicini pensavano non l’avrebbero più rivista.

Sono bastate un paio di settimane di trattamento, però, perché Maria tornasse in forze. Da quando è di nuovo a casa, George le fa visita ogni volta che gli è possibile, e ha anche suggerito alla madre e alla nonna come cucinare alcuni piatti nutrienti con i pochi alimenti che hanno a disposizione, per assicurare alla piccola una dieta il più possibile varia ed equilibrata.

Adesso Maria è sveglia, i suoi occhi grandi e profondi si muovono curiosi alla scoperta del mondo che la circonda. George si avvicina, la accarezza piano sulla pancia, e Maria gli afferra un dito che, nella sua mano di bambina, pare enorme. Le labbra dell’uomo si increspano appena in una parvenza di sorriso, ma non c’è dubbio che per George quella stretta viva e vorace sia la migliore ricompensa alla sua ostinazione.

Tommaso Naon, Medici con l’Africa Cuamm

 

Maria è una dei tanti bambini trattati nell’ambito di due grandi progetti implementati in Tanzania, con l’obiettivo di intervenire contro la malnutrizione. Questa condizione, nella sua forma cronica, colpisce il 34,4% dei bambini sotto i 5 anni, mentre la malnutrizione acuta colpisce il 4,5% della popolazione.

L’impegno di Medici con l’Africa Cuamm per garantire una corretta nutrizione è stato riconosciuto e premiato di recente al Joint Multisectoral Nutrition Review (JMNR, Incontro intersettoriale sulla nutrizione), dal titolo “Good Nutrition: a key to Industrial Development in Tanzania” (Nutrizione bilanciata: la chiave dello sviluppo industriale in Tanzania). In questa sede sono stati presentati, di fronte a una platea prestigiosa, i due grandi programmi sulla nutrizione implementati insieme a CIFF e UNICEF rispettivamente. L’evento si è concluso con la nomina e la premiazione da parte del Primo Ministro Kassim Majaliwa in persona. Un riconoscimento significativo per il grande e ostinato lavoro che il Cuamm svolge in Tanzania nella lotta a ogni forma di malnutrizione.

Consegna del premio a Edoardo Occa, esperto comunitario capo progetto

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