Visto da qui, il dramma dei migranti assume i toni accesi del dolore, della rabbia, della pietà e dello sdegno. Chi, come noi, lavora ogni giorno al servizio degli ultimi per costruire insieme a loro un’alternativa fatta di sviluppo e di diritti, non può rimanere insensibile di fronte alla situazione di questi ultimi mesi.
A una settimana dalla visita di Papa Francesco tra i profughi di Lesbo, abbiamo ricevuto un commento di Maurizio Trabuio, direttore della Fondazione La Casa onlus, realtà che si occupa di accoglienza per famiglie italiane e straniere residenti nel territorio. Volentieri lo condividiamo per lasciare spazio alla riflessione:
«Papa Francesco andando nel campo profughi di Lesbo, quell’isoletta greca che sta di fronte alla Turchia, mi ha suscitato diverse emozioni e altrettante riflessioni che richiederanno un adeguato tempo di sedimentazione per poterle maneggiare.
La prima cosa che mi ha molto colpito è stata il suo non essere da solo; in questa visita era accompagnato dal Patriarca di Atene e dal Patriarca di Costantinopoli. i tre vescovi delle città culla del cristianesimo e della civiltà occidentale hanno fatto questo gesto così simbolico insieme.
Quando si dice ecumenismo di solito viene in mente una materia complicata da lasciare agli specialisti di teologia che “tanto a noi non ci riguarda perché poco ne capiamo e niente ci possiamo fare”. Questa volta invece, il papa cattolico e due patriarchi ortodossi che vanno insieme a visitare gli ultimi della terra, mi dicono che ecumenismo è una materia che mi riguarda e che è alla mia portata anche l’azione ecumenica, quando agisco nell’incontro con gli uomini.
La seconda cosa che mi ha molto impressionato è stata questo portarsi a casa tre famiglie mussulmane per dargli una speranza di vita migliore. È un gesto di rottura straordinario, fuori dall’ordinario, che mi intriga e mi infastidisce contemporaneamente.
Mi intriga molto, perché mi sembra di assistere a quelle cose che di solito si vedono solo nei film; un uomo potente che usa il suo potere e le sue possibilità per fare una cosa inaspettata, bellissima, eccezionale, miracolistica per certi aspetti, a favore di qualcuno scelto solo per fortunata casualità. Anche Gesù, passando per le strade di Galilea guariva i malati e mondava i lebbrosi senza seguire criteri politico istituzionali riconoscibili; qualche volta lo faceva anche non osservando le leggi e le convenienze dei costumi socialmente accettabili. In questo caso il Papa si è preoccupato di dire che stava rispettando le leggi per fortuna! Un po’ questo gesto mi infastidisce. E tutti gli altri che sono rimasti lì? E tutti quelli che soffrono e che sono raminghi per il mondo? Chi salverà quelli?Poteva almeno prendere dei cristiani? E adesso cosa pensa di avere fatto?
Mi piace questo fastidio che sento per queste domande senza risposta; penso infatti che in parte sia lo stesso fastidio che provano anche tutti quelli che hanno il potere di decidere le sorti del mondo. E se il fastidio generato da queste scelte libere, inattese e controcorrente di un cristiano, fossero ripetute dalle innumerevoli scelte libere, inattese e controcorrente dei cristiani nel mondo, il mondo nuovo che cerchiamo per la vita di tutti sarebbe un po’ più a portata di mano».
Maurizio Trabuio