Il 27 novembre alle ore 8.05 sono diventato nonno per la prima volta.
Un bel maschietto sano: 3.250 chili e 49 centimetri di vero amore!
L’unico rammarico è che io non c’ero, ero a Palma, piccolo centro sperduto al nord del Mozambico, ai confini con la Tanzania. Sono qui per aprire e far funzionare la sala operatoria: è questo che trasforma un centro di salute in un vero e proprio ospedale; è questo che, in un parto complicato, fa la differenza tra la vita e la morte. Con me un caro amico e maestro Giannino Busato che si occuperà dell’anestesia. Sono tranquillo, l’ho già fatto altre volte. Con Stefano, il nostro eccezionale logista, si riesce a organizzare la cerimonia di inaugurazione nei tempi previsti, il 7 dicembre. Tutto bene, secondo copione, con la presenza di Medici con l’Africa Cuamm, delle autorità locali e della moglie del presidente, Sua Eccellenza Dr.ssa Maria Da Luz Dai Guebusa.
Come dicevo, la cosa che rende diversa questa esperienza dalle altre è che sono nonno, ma non solo del piccolo Edoardo che non vedo l’ora di abbracciare.
Le persone che ci circondano, infatti, sono estremamente giovani: la direttrice dell’ospedale è Yara ha 27 anni, medico, laureata alla nostra università di Beira; lo strumentista Elias, 24 anni, competente e motivato, gli infermieri Amuri e Issa, 25 anni, preparati e allo stesso modo preoccupati di non essere all’altezza di questo nuovo compito; Antonio l’incaricato degli aspetti tecnici ha solo 22 anni.
Giovani, pieni di entusiasmo e con una vita davanti. Mai come oggi ho percepito la differenza tra la nostra realtà e quella africana, tra una nazione vecchia e una giovane.
Qui, oggi, anche il film “Medici con l’Africa” di Carlo Mazzacurati si arricchirebbe di altri significati: forse tra quelli più veri.
Dopo i primi interventi chirurgici programmati per collaudare il tutto arriva anche l’urgenza ostetrica: parto gemellare complicato che richiede un taglio cesareo in tempi rapidi. Tutto bene, alle due gemelline che nascono la mamma vuole mettere il nome delle nostre due mogli, fantastico! Giannino e io sentiamo forte la simpatia e il dovere di essere accanto anche a questi giovani che muovono i loro primi passi da soli; con amore, ma con discrezione , come padri o nonni, appunto.
Rinaldo Bonadio