Ostetriche preparate ad affrontare le emergenze e a gestire le decine di parti che si registrano ogni settimana negli ospedali africani sono risorse indispensabili per garantire a mamme e bambini il diritto alla salute, lì dove i tassi di mortalità materno infantile legati al parto sono i più alti del mondo. Per questo Medici con l’Africa Cuamm punta da sempre sulla formazione delle ostetriche, sia in Italia che in Africa, richiamando l’attenzione sul tema in occasione della Giornata internazionale delle ostetriche, che si celebra venerdì 5 maggio.
Proprio oggi infatti, grazie ad un accordo siglato dal Cuamm con la Federazione Nazionale Collegi Ostetriche (FNCO), nella sede centrale di Padova è iniziato un percorso di formazione rivolto a dieci studenti e studentesse di altrettante sedi universitarie italiane, che grazie a delle borse di studio potranno passare un mese della propria formazione in Africa, in uno degli ospedali in cui è presente il Cuamm. L’obiettivo è quello di preparare le ostetriche italiane interessate a lavorare nella cooperazione internazionale a lavorare in ospedali a risorse limitate.
«Questo progetto per noi è molto importante – spiegano Silvia Vaccari e Antonella Cinetti, vicepresidente e consigliera di FNCO – perché dà l’occasione ai futuri professionisti di comprendere l’importanza dell’organizzazione delle cure. Vogliamo anche far crescere la cultura della solidarietà e della cooperazione nei nostri studenti: la salute è un valore assoluto in tutto il mondo, bisogna abbattere le barriere all’accesso alle cure. L’ostetrica gioca un ruolo fondamentale per la salute delle mamme e dei bambini: se loro sani, un’intera popolazione può sperare in un futuro migliore».
«Siamo molto soddisfatti di questo accordo con la FNCO – continua don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm – perché per noi l’esperienza sul campo è un elemento fondamentale per la formazione dei nostri cooperanti, insieme alla valorizzazione delle risorse umane locali. Questo significa per noi essere con l’Africa: lavorare insieme, puntare sulla formazione del personale locale. Per questo in Etiopia, Uganda e Sud Sudan lavoriamo in tre scuole per ostetriche, in paesi dove presenza di ostetriche è la più bassa al mondo».
Se in Etiopia infatti si contano 2,5 infermieri-ostetriche ogni 10.000 abitanti, in Uganda sono 13 ogni 10.000, contro i 64 ogni 10.000 dell’Italia. In Etiopia, nella scuola annessa all’ospedale di Wolisso, dal 2000 ad oggi si sono formate 635 ostetriche, che vanno a rinforzare il sistema sanitario nazionale, per cui resta ancora molto da fare: nonostante ad agosto 2016 si siano diplomate 40 ostetriche, si stima che solo un terzo del fabbisogno nazionale di personale formato sia soddisfatto. In Uganda sono 19 le ostetriche diplomatesi nel 2016 nella scuola collegata all’ospedale di Matany. Anche in Sud Sudan, nonostante la situazione molto precaria del paese, negli ultimi anni è iniziato un percorso di formazione, nella scuola collegata all’ospedale di Lui: dal 2014 venti studenti (12 donne e 8 uomini) provenienti da tutto il Sud Sudan hanno seguito le lezioni tra Lui e la capitale Juba, dove a fine 2015 sono stati costretti a trasferirsi per la situazione di insicurezza che interessava l’area di Lui. Oggi gli studenti sono rientrati a Lui, dove concluderanno il loro percorso di formazione.
Complessivamente sono 23 oggi le ostetriche al lavoro con Medici con l’Africa Cuamm, di cui solo due italiane, e 21 locali (etiopi, ugandesi o keniote). Tutte in prima linea, con la loro competenza professionale, per assistere le future mamme nel momento del parto, in continuità con il programma di Medici con l’Africa Cuamm “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni”, che mira a garantire la salute della mamma e del piccolo nei primi 1.000 giorni, il tempo che va dall’inizio della gravidanza fino ai due anni di vita del bambino, includendo il parto sicuro e l’assistenza nutrizionale, per prevenire e trattare casi di malnutrizione.
È possibile sostenere la formazione delle ostetriche africane anche dall’Italia: con 250 € è possibile contribuire alla borsa di studio per un’ostetrica, con 80 € un corso di formazione sul campo; mentre con 40 € è possibile garantire ad una futura mamma il parto assistito.