Medici con l’Africa Cuamm è intervenuta con i propri operatori a Zimmi per incontrare le varie autorità e per sensibilizzare la popolazione, stimolando corrette misure di contrasto al diffondersi del contagio.

Zimmi, dove si sospettano 4 morti per Ebola, è un piccolo agglomerato che confina con il distretto di Kenema e la Liberia (che ha recentemente chiuso i posti di frontiera nel tentativo di contenere l’epidemia). La situazione sanitaria complessiva resta problematica, poichè Zimmi serve tutta l’area al di là del fiume Moa ossia Fairo, Jendema, Sulima.

Si tratta di un’area lontana solo 40 km da Pujehun, dove dal 2012 si concentra l’intervento del Cuamm, ma con gravi difficoltà di collegamento. Quando parte l’ambulanza per prendere una donna gravida, questa arriva a Pujehun in gravissime condizioni dopo un’intera giornata di viaggio. I bambini che vengono riferiti e raggiungono in moto l’ospedale servito dagli operatori Cuamm, arrivano in condizioni purtroppo spesso disperate.

L’allerta resta alta e richiede una speciale mobilitazione di energie umane e finanziare per far fronte alle difficoltà diventate più drammatiche con l’epidemia di Ebola, che ha finora registrato in Sierra Leone 454 casi e 219 morti.

“Quello che stupisce è che l’ordine che viene dato alle forze di polizia è quello di rimandare indietro (negli altri distretti), tutte le persone malate. Com’è possibile così contenere l’epidemia? A Zimmi il personale sanitario è stato scortato dalla polizia perché accusato di avere ucciso il primo uomo (la fonte) con un’iniezione letale. Abbiamo cercato di risolvere questo problema e sembra che ci siamo riusciti o almeno lo spero”.  Clara Frasson, infermiera e capo progetto a Pujehun

Nell’ospedale di Pujehun, il Cuamm ha approntato un piano di emergenza che consiste principalmente nella predisposizione di un’unità di isolamento – una tenda debitamente attrezzata – per gestire i casi. Serve uno sforzo straordinario di monitoraggio clinico, rifornimento ed equipaggiamento medico, formazione ed educazione della popolazione locale. Il più piccolo aiuto può fare la differenza per impedire l’estendersi di un drammatico contagio. Aiutaci, ora!

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