Il team

Secondo l’organigramma previsto, in ciascuno dei distretti c’è un County coordinator, che dovrebbe essere un medico di salute pubblica. A Yirol ho passato la palla a un brillante infermiere keniota di salute pubblica, che ha alle spalle 16 anni di lavoro in Sud Sudan, Mr Johnson Mwamba e che ha preso egregiamente il mio posto. Poi nella squadra di entrambe le contee ci sono un’infermiere di salute pubblica e una ostetrica tradizionale, entrambi provenienti da altri paesi africani visto che in Sud Sudan alcune risorse umane qualificate non esistono ancora. Le risorse umane per Rumbek Center sono già sul campo, quelle di Rumbek East stanno arrivando. Per il momento il primo e fondamentale assessement è quasi ultimato e non sarà di certo cosa facile lavorare là. È parte del team un amministratore di progetto, un logista e un procurament officer, ossia una persona deputata di seguire gli acquisti per i progetti nelle varie contee.

Costruzioni ed equipaggiamento

In genere si tratta di unità sanitarie da costruire ex-novo perché ora ci sono solo capanne fatiscenti o un magazzino dei farmaci della contea da rifare. Per questo, nella squadra, c’è anche un esperto di costruzioni che si fa carico di realizzarle nei pochi mesi disponibili, perché da fine luglio a novembre, se va bene, sulle strade non si passa quasi più a causa delle piogge. Non mancano poi l’acquisto degli equipaggiamenti, le auto 4×4, le motociclette per i centri di salute, i sistemi solari per alcune unità, strumenti medicali per i centri di salute quali lettini per il parto. E poi l’approvvigionamento di farmaci da abbinare a quelli in arrivo da altri donatori tramite il Ministero della Salute per fare in modo che non ci siano mai situazioni di assenza di farmaci essenziali nelle unità sanitarie a noi affidate. L’intervento inoltre copre  le spese correnti del servizio ambulanza H24, gratuito, i movimenti della direzione sanitaria e del personale di Medici con l’Africa Cuamm nelle contee, le attività di vaccinazione nel territorio e le spese delle singole unità sanitarie

Il punto di partenza

Come di consueto, il primo compito nelle due nuove contee è stato quello di eseguire una valutazione accurata, in ciascuna unità, mediante un questionario. Se vuoi farti carico della salute delle persone devi sapere tutto della loro unità sanitaria di riferimento: popolazione afferente, distanza tra i vari centri di salute, accessibilità, comunicazioni, risorse umane, mobilità, posti di out-reach, farmaci disponibili, equipaggiamenti, servizi erogabili al momento e gestione dei dati. A breve verranno realizzate anche le mappe per ciascuna unità. I pannelli in cui inserire mese per mese i risultati dei servizi erogati sono già stati distribuiti con ben chiara la linea e i target da raggiungere. Fatto questo si può preparare un serio piano di lavoro e raccogliere i dati per seguire poi, passo dopo passo, l’efficienza ed efficacia dei vari interventi. Il quadro che è emerso da questo assessement, e già in gran parte noto al momento in cui accettammo la sfida, è assolutamente complesso. Fattori critici sono l’insicurezza con conflitti tribali che cambiano di settimana in settimana e popolazioni che migrano verso aree più sicure e con essi anche il personale delle unità sanitarie con quest’ultime che vengono saccheggiate dai guerrieri nemici. Attività di prevenzione e cura, in molti casi presenti solo sulla carta con numeri messi nei report per soddisfare disattenti donatori e non certo le esigenze di salute della gente. Persone che lavorano in condizioni impensabili per il terzo millennio. Con il clima torrido che c’è, esercitare la professione medica sotto un tetto di canne distanti chilometri dalla prima sorgente d’acque e senza alcun mezzo di locomozione è un’impresa improba. Questi sono veri eroi della salute. Mi piace chiamarli soldati. Presto, grazie al nostro intervento, avranno una moto per svolgere il loro lavoro e riferire i casi urgenti. Avranno piccoli impianti solari con cui avere luce quando dovranno gestire dei parti nel cuore della notte. Avranno farmaci ed equipaggiamento per svolgere dignitosamente il loro lavoro. E fondamentalmente non saranno mai più abbandonati e che ogni mese riceveranno tutto ciò che gli occorre oltre agli stipendi, farmaci e carburante per la motocicletta. Fare promesse del genere è una responsabilità molto grande, ma alla luce di quanto fatto a Yirol West, siamo certi che verranno mantenute.

Giovanni Dall’Oglio

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