Esce sabato 19 dicembre il numero di IO DONNA con un’iniziativa editoriale speciale dedicata a Medici con l’Africa Cuamm e all’impegno a favore di mamme e bambini, in Uganda.
Una doppia copertina con foto d’autore, a firma di Antonio Biasiucci, racconta il momento più alto dell’esistenza di un essere umano: la nascita. All’interno, ampio reportage dall’ospedale di Matany, in Uganda, sul lavoro quotidiano a favore di mamme e bambini.
«Siamo partiti un mese fa – racconta don Dante Carraro, direttore del Cuamm – destinazione ospedale di Matany (12 ore di Toyota da Kampala) in Uganda. Con me c’erano Antonio Biasiucci, artista fotografico campano, e Diamante D’Alessio, direttore di IO DONNA, settimanale del Corriere della Sera. A Matany abbiamo incontrato il personale sanitario dell’ospedale, le donne, i bambini… Abbiamo toccato con mano le necessità di alcuni centri di salute, abbiamo ascoltato le loro esigenze, siamo entrati nell’Africa più profonda, quella che siamo soliti chiamare ultimo miglio e che con questa operazione, abbiamo cominciato a definire “rosso”, creando, grazie all’aiuto di IO DONNA, molto movimento sul web e sui social. L’opera realizzata ha un soggetto e un titolo a noi particolarmente cari: “la Maternità“. IO DONNA dedica al polittico intenso e profondo di Biasiucci la copertina dell’ultimo numero del 2015».
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L’iniziativa è il frutto di un amicizia cresciuta nel tempo: prima i racconti che gli operatori e le operatrici del Cuamm pubblicano di settimana in settimana nelle pagine online del settimanale con le “cartoline dall’Africa“; ora il coinvolgimento di un autore di fama internazionale, fresco di Biennale, come Antonio Biasiucci. A poche settimane dall’esperienza, commenta:
«Il viaggio da Kampala a Matany (Karamoja) è stato lunghissimo. 12 ore di jeep, 200 di puro sterrato. Interminabile. Partimmo la mattina presto, le persone si recavano al lavoro, i bambini a scuola: un turbinio. Improvvisamente, nella savana appare, quando non te lo aspetti affatto, l’ospedale di Matany. Dopo un po’ mi recai, insieme alla mia assistente lì dove avrei dovuto lavorare: la sala parto. Sarei svenuto, se non fossi uscito fuori da quel posto assurdo. Non conoscevo quegli odori intensi di medicinali mischiati a liquidi organici relativi al parto. Anche le donne africane hanno un odore al quale non siamo abituati. Uno smarrimento. Sono andato in crisi. Cominciai a chiedermi se era opportuna la mia presenza nella stanza delle partorienti. Pensai che in talune circostanze, come il momento sacro del parto, la fotografia, il fotografo sia inopportuno. Mi sentivo di troppo, non ci ho dormito due notti. Ma, grazie al sostegno delle persone del Cuamm che mi hanno accompagnato, ho capito che ero lì per realizzare un’opera che sarebbe stata venduta e il ricavato avrebbe aiutato a partorire, in sicurezza, le donne che cercavo di fotografare. Questo ripetere a me stesso perché ero lì, mi ha aiutato ad andare avanti e realizzare la copertina. Il lavoro fotografico più difficile della mia vita, senza dubbio».
«Ringrazio IO DONNA per l’importante spazio che ci dedica con questa iniziativa – sottolinea don Dante.- Il lavoro di Biasiucci servirà anche a finanziare la nostra battaglia per portare assistenza e dignità nelle zone più difficili del continente a noi così vicino. L’auspicio, a pochi giorni dal Natale, è che tutto questo ci aiuti ad alzare un po’ lo sguardo dai regali e dalla frenesia dei preparativi, per pensare a chi, in Africa, ha bisogno del nostro aiuto e magari tradurre questo in un gesto concreto di solidarietà e vicinanza al più povero. Che possa essere un Buon Natale, per tutti!!»
In attesa dell’uscita in edicola, fai già un regalo a “quelli dell’ultimo miglio rosso”: