La WHO ha stimato circa 358.000 morti materne durante gravidanza, parto o entro 42 giorni dal parto stesso (dati 2008), con notevoli riduzioni (circa 34%) rispetto al 1990. Questi dati diventano però meno ottimisti se si guarda all’Africa sub-sahariana, dove si registra più della metà della mortalità materna. Diversi studi hanno evidenziato l’importanza di interventi nel settore delle cure ostetriche di emergenza (EmOC) al fine di ridurre la mortalità materna. La maggiore componente necessaria a migliorare l’EmOC è la fornitura di un effettivo servizio di trasporto d’emergenza, che diventa quindi condizione fondamentale per combattere la mortalità materna.
Effettivi servizi di trasporto ospedaliero sono ancora rari in molte aree dell’Africa Sub-Sahariana; anche in Uganda, dove un servizio gratuito è garantito dalla polizia, ma risulta spesso non accessibile alle madri. Pubblicato a settembre 2014 dall’African Journal of Reproductive Health, lo studio intende valutare gli effetti di un programma messo in atto dal Cuamm nel distretto di Qyam, nel nord del Paese, che ha reso disponibile un servizio di ambulanza gratuito, 24 ore su 24, e fornito tutte le strutture sanitarie con sistemi di comunicazione. Mettendo a confronto i tassi di parto cesareo registrati nel distretto durante la realizzazione del programma con i tassi registrati nel vicino distretto di Apac, dove invece l’intervento non è stato attuato, la ricerca rileva un lieve miglioramento nei dati riguardanti la mortalità materna.
Pur riconoscendo i limiti dell’analisi, che è ristretta a un’area circoscritta del paese, l’obiettivo è riconoscere l’importanza di un adeguato servizio di trasporto ospedaliero, correlato ai mezzi di comunicazione: questi sono quindi un primo passo e condizione necessaria, anche se non sufficiente, per fronteggiare il problema degli alti tassi di mortalità materna.