Uno studio svolto in Etiopia Da Medici con l’Africa Cuamm e Fondazione Bruno Kessler, con il supporto dei centri sanitari locali, analizza le epidemie di morbillo della zona dell’Oromia con l’obiettivo di individuare le conseguenze, anche quelle non visibili, per gli abitanti del territorio. Grazie all’ausilio di un modello matematico, lo studio ha calcolato e stimato il propagarsi della malattia e la mortalità, cercando di “tracciare” coloro che non hanno avuto accesso alle cure ospedaliere e basandosi sulle distanze percorse dai pazienti. Ne emerge il ruolo fondamentale giocato dalla vicinanza ai centri sanitari, come determinante per la cura (ricoveri ospedalieri decrescono fortemente quando la distanza per raggiungerli supera i 20-30 km).

La mancata cura ospedaliera si traduce in “mancate” morti e malattie registrate: rispetto a quanto stimato, infatti, solo il 2% di morti sono state rilevate nell’ospedale di Wolisso, indice che il 98% di esse ha avuto luogo nel territorio per il mancato raggiungimento delle cure.