L’uso di modelli spaziali e geografici, come il GIS (Geographical Information System), è stato integrato in uno studio volto ad analizzare la copertura di centri sanitari con servizi ostetrici in due aree rurali della Tanzania, i distretti di Iringa e Ludewa.

Le due aree si caratterizzano per una alta densità di strutture sanitarie, che però non garantiscono una performance di servizi materni e neonatali adeguati: circa la metà delle strutture non ha staff sanitario sufficiente per garantire servizi e cure full-time. Questo comporta che in 48 distretti su 70 a Iringa e 43 su 52 a Ludewa i parti annuali siano meno di 100.
Al tempo stesso, l’elevata copertura di centri sanitari fa sì che gli abitanti si trovino a poter scegliere tra più centri a cui rivolgersi, prediligendo quelli con un’offerta di servizi più ampia e qualificata.

L’uso di più modelli spaziali e geografici, integrati tra loro, ha permesso di calcolare le distanze che gli abitanti si troverebbero a percorrere in caso di riduzione dei centri di salute: ne risulta che, ipotizzando una distanza percorribile massima di 2 ore, i centri potrebbero essere ridotti del 40%. Questo consentirebbe di riallocare le risorse disponibili in quelli attivi, migliorandone la performance. A fronte di questo riassetto, solo il 7% della popolazione si troverebbe in una zona “oltre le 2 ore”. La copertura dei centri di salute sarebbe minore, ma la qualità potrebbe riportare un miglioramento netto.