Per Giovanni Lo Porto, cooperante italiano ucciso in Pakistan, c’è stato il lungo tempo dell’attesa e della speranza. C’è il dolore immenso per la sua scomparsa, in circostanze tragiche che hanno indotto il Presidente degli Stati Uniti a scusarsi. C’è stata la vergogna della Camera dei Deputati semideserta mentre il Ministro Gentiloni riferiva sulle circostanze della sua morte. C’è e ci sarà sempre il dolcissimo ricordo di un uomo giusto, un cooperante, una persona con valori forti e con una grande professionalità.
Ora è giusto che parlino i familiari di Giovanni e lo hanno fatto, con dignità e chiarezza. In particolare la famiglia chiede alle istituzioni e al governo:
- che si ricostruiscano in maniera precisa e dettagliata le circostanze che hanno portato alla morte di Giovanni Lo Porto;
- che si faccia ogni sforzo per restituire alla famiglia la salma;
- che si dedichi alla memoria di Giovanni Lo Porto una commemorazione ufficiale, all’altezza dei valori che ha espresso, che rappresentano tutto ciò di cui questo paese può essere ancora orgoglioso.
Le Ong italiane desiderano con forza fare proprie queste richieste.