Oltre 1.600 vittime dall’inizio dell’anno. Tra i 15mila e 25mila i migranti morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo dal 1998. Sono i numeri di una guerra che giorno dopo giorno si sta svolgendo nel Mediterraneo sotto i nostri occhi, di fronte ad un’Europa bloccata da veti incrociati, timidezze, egoismi e discorsi propagandistici. L’ennesima mostruosa strage nella notte tra sabato e domenica deve rappresentare uno spartiacque tra ciò che è stato e ciò che non potrà più essere.
Come organizzazioni della società civile riteniamo che non sia più tempo di tentennamenti: avanziamo una serie di richieste alle Istituzioni europee e agli Stati membri non più come singole associazioni, ma creando un coordinamento che chiarisca quanto, a fronte di una situazione che ci appare intollerabile, intendiamo alzare la nostra voce a tutela dei diritti dei migranti coinvolti in una vera e propria catastrofe umanitaria.
Alla luce della situazione attuale nel Mediterraneo chiediamo al Governo italiano, alla Commissione e al Consiglio dell’Unione Europea di:
- avviare un’operazione di ricerca e salvataggio (sul modello di “Mare Nostrum”) promossa, coordinata e finanziata a livello europeo, con il mandato del soccorso e della protezione dei migranti in mare;
- gestire e rendere concretamente possibile il processo di reinsediamento per i beneficiari di protezione internazionale. Garantire a uomini, donne e bambini, un transito sicuro verso l’Europa, in coordinamento con spazi umanitari e campi profughi, con la regia dell’UNHCR e la partecipazione attiva delle organizzazioni della società civile e per i diritti dei migranti, affinché venga salvaguardata la dignità umana e offerta una concreta via di fuga, di protezione e di sviluppo umano;
- sospendere per almeno 12 mesi il Regolamento di Dublino che, obbligando i migranti a richiedere asilo nel Paese di arrivo, genera squilibri e prolunga il calvario dei richiedenti asilo anche dentro le frontiere europee;
- legare i processi di migrazione a programmi di cooperazione internazionale e con lo sviluppo dei Paesi di origine e transito attraverso accordi internazionali che considerino la mobilità come una scelta che può favorire lo sviluppo umano, e che riportino condizioni specifiche sul rispetto dei diritti umani in quei Paesi, senza introdurre elementi di ricatto per trasferire la responsabilità della gestione dei flussi dei richiedenti asilo nei Paesi intorno all’Europa e al Mediterraneo;
- costruire una nuova narrativa rispetto al fenomeno migratorio che consenta un dibattito pubblico serio, basato sulla conoscenza dei dati reali, smascherando, di fronte ad un problema drammatico e complesso, il prevalere di speculazioni propagandistiche e di strumentalizzazioni elettorali, che hanno ormai influenzato gravemente l’opinione pubblica.
Le organizzazioni firmatarie di questo appello chiedono con forza all’Unione Europea e ai suoi organismi decisionali (Parlamento, Commissione e Consiglio) di porre in essere le misure necessarie per fermare la strage dei migranti nel Mediterraneo e ribadiscono il loro impegno per la realizzazione delle azioni previste in questo documento.